Prime Esperienze
Un sabato
di Passioneterna
15.08.2024 |
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"Quando apro l’auto sento una donna: “Pensavo che sareste andati via insieme, anche se speravo di no”..."
AgostoE’ un sabato mattina come tanti altri, preso in mille lavoretti a casa con in testa le quattro chiacchiere scambiate la sera prima con un’amica, non mi accorgo nemmeno che il telefono ha squillato.
Quando lo guardo, noto un numero sconosciuto e penso ad uno dei soliti call center oppure a qualcuno che ha semplicemente sbagliato numero; insomma, nulla di importante, poso lo smartphone e riprendo le mie faccende, ma arriva una notifica.
E’ un SMS dallo stesso numero: “Ciao, come stai?”
Il call center è quindi escluso dalle possibilità; sarà sempre qualcuno che ha sbagliato numero?
Rispondo quasi più per cortesia che per altro: “Sto bene, ma non so chi sei e mi scuso se dovrei avere il tuo numero…”
“Tranquillo, non mi aspettavo che lo avessi e visto tutto il tempo passato, non mi aspetto neppure che tu ti ricordi di me: sono Giulia”.
Giulia? Ho qualche conoscente che si chiama Giulia, ma tutte in rubrica… L’unica altra Giulia che mi viene in mente è l’amica di Francesca, ma non penso possa essere lei.
“Scusami Giulia, ma non credo di aver capito chi sei, sei sicura di aver scritto alla persona giusta?”
“Se non sono vittima di uno scherzo, direi che volevo scrivere proprio a te… Magari ti ricordi meglio di Francesca”.
Cazzo, è proprio lei! Non mi sarei mai aspettato di ricevere un suo messaggio, soprattutto considerando che sono passati circa vent’anni dalla nostra conoscenza.
“Qual buon vento! Come stai e come sta Francesca?”
“Bene entrambe, e prima che lo chiedi, sappi che il tuo numero l’ho avuto dalla sorella di Francesca”
“Tranquilla, il mio numero ce l’ha mezzo mondo, non mi chiedo più da chi lo ha avuto ogni persona che mi chiama o scrive”
“Taglio corto, verrò presto dalle tue parti da sola e se vuoi ci facciamo un caffè”
“Fosse facile, in oltre vent’anni sono cambiate un po’ di cose… Comunque non lo escludo a priori, anche se direi senza secondi fini”
“Ok, so che sei sposato, ma mica voglio farti casini. Se riusciamo mi farebbe piacere”
“Vero, sono sposato, ma soprattutto è un periodo incasinato e mi verrebbe difficile anche incontrare la mia vicina di casa”
“Mi sa che c’è qualche altra donzella, ma sai che non sarei gelosa, anzi, se è carina…”
“Può essere ci sia, ma non verrei a dirlo a te e soprattutto sarebbe per forza più che carina!”
“Mi faccio viva più avanti, spero di incontrarti, che ho pure visto che sei proprio un bell’ometto. Ciao”
“Ok, ciao”
Mi rimetto all’opera visto che ho già perso tempo, ma con più di una domanda in testa: era veramente lei? Riesco ad incontrarla? Ma soprattutto, ho voglia di vederla pensando a covid ed altri fatti?
Inizio settembre
Finalmente una settimana di ferie, di relax, senza pensare al lavoro ed a tutte le vicissitudini degli ultimi tempi, pandemia compresa.
A spasso per qualche bel posto mi vibra il telefono in tasca: “Ciao, sono su dalla prossima settimana, poi ti faccio sapere”
Non riesco a risponderle subito e non so nemmeno se farlo, anche se di lei mi ricordo un gran bel fisico e diventerebbe sicuramente una bella occasione persa.
La sera decido di non chiudere le porte: “Adesso sono in vacanza, comunque la prossima settimana sono di nuovo a casa, fammi sapere”.
Metà settembre
Aperitivo con amici e colleghi, con prevista successiva cena in qualche posto, senza meta.
Si doveva essere in sette, alla fine riusciamo a trovarci in cinque, ma in due hanno qualche contrattempo e non possono fermarsi troppo.
Mi sento di troppo con Elena e Dario, ma la serata passa allegramente, lui è il solito carissimo amico, lei (che non conoscevo prima essendo sua amica) si rivela brillante e di compagnia.
La serata è piacevolmente mite e nel dehors non c’è un tavolo libero anche perché nel locale ci sono un paio di gruppi che festeggiano qualcosa.
Ci mescoliamo un po’ in uno dei due gruppi anche perché ci sono alcuni nostri conoscenti ed alla fine passiamo tutta la serata lì.
Verso mezzanotte lasciamo il locale, loro due vanno da una parte verso la loro auto, io da quella opposta visto che ho trovato parcheggio abbastanza distante dal locale.
Quando apro l’auto sento una donna: “Pensavo che sareste andati via insieme, anche se speravo di no”.
Mi riprendo dal mezzo infarto dovuto alla sorpresa in mezzo ad un parcheggio semi buio e le rispondo: “No Giulia, non sono i miei tipi. Cosa fai qui?”
“Ero passata con un paio di amiche, ma non c’era posto lì dentro, abbiamo aspettato un po’ e poi abbiamo deciso di cambiare locale”
“Quindi la domanda resta la stessa: che ci fai qui?”
“Ti ho visto ed osservato durante l’attesa, quindi a loro ho detto che ero stanca sperando di riuscire ad intercettarti. A dire il vero ti ho scritto un messaggio, ma non mi hai risposto”
“Sì, scusa, non ho più guardato il telefono”
“E’ lei la tua amica? Ti ha mangiato con gli occhi tutta la sera”
“Non ti ho mai detto ci sia un’amica”
Leggo il messaggio e intanto lei si avvicina e la posso vedere meglio, illuminata dai lampioni che fanno una luce abbastanza scarsa nel punto dove siamo.
Rispondo quindi a voce al suo messaggio: “No, non avevo intenzione di scoparmi lei, direi che non pensavo nemmeno a te, comunque”
La osservo e devo dire che forse è anche più bella di tanti anni fa, più donna. Ha sempre un seno bellissimo, stretto in una sottile camicetta con i bottoncini che paiono esplodere. Indossa una gonna corta che lascia scoperte due bellissime gambe.
Ovviamente si rende conto che le ho praticamente fatto una radiografia: “Che ne dici? Sono abbastanza carina? Ma posso almeno darti un bacino?”
Non aspetta la mia risposta e si avvicina, mi mette le braccia intorno al collo e, più che darmi un bacino, si incolla alle mie labbra.
Non me lo aspettavo e resto abbastanza rigido, tra l’altro quasi disabituato ai contatti fisici a causa di questo maledetto distanziamento sociale.
“Ma quindi proprio non ti interesso per niente?”
“No scusa, ma non so se sia il caso, anche se sei bellissima”
Intanto però continuo ad osservarla: le sue tette sembrano due calamite, non riesco a non osservarle e mi piacerebbe eccome andare oltre.
Anche questa volta ovviamente intuisce dove cade il mio sguardo e con tutta la calma e naturalezza possibile sbottona due bottoni della camicetta: “Meglio adesso?”
Mi avvicino, faccio per restituirle il bacio, ma all’ultimo devio, mi abbasso e le bacio il seno.
Indietreggio e le dico: “Sei sempre bellissima, ma devo tornare a casa”
Al posto di rispondere si apre del tutto la camicetta: “E proprio non le vuoi?”
Si avvicina, mi abbraccia, il suo seno stretto al mio petto, le sue labbra vicino al mio orecchio, mi sussurra: “Certo che le vuoi, mi vuoi”
Una sua mano mi sta carezzando sui pantaloni, quindi ovviamente sente benissimo la mia eccitazione.
Mi spinge dolcemente ad appoggiarmi alla mia macchina e si abbassa.
Mi slaccia la cintura, poi i pantaloni e la sua mano sparisce nei miei boxer.
Succede tutto così in fretta che quasi non mi sono reso conto che cosa stesse facendo, anche se le sue intenzioni sono più che ovvie.
Mi accarezza un po’, poi abbassa i boxer e mi sega tenendolo all’altezza della sua bocca.
Fanculo tutti i miei buoni propositi, le metto una mano sulla nuca e la spingo dolcemente verso il cazzo.
Non oppone nessuna resistenza, apre le labbra e lo accoglie nella sua calda bocca.
La mia mano sta sulla sua nuca quasi solo appoggiata, fa tutto lei: lecca lentamente dalla radice alla punta, gioca con la lingua intorno alla cappella, la prende tra le labbra continuando a far roteare la lingua, lo ingoia fino in fondo.
Mi afferra le natiche e comincia ad andare avanti e indietro lungo il cazzo, tento di trattenerla che se continua così vengo nel giro di pochissimo, ma non c’è modo di fermarla.
Non ce la faccio più, la situazione inaspettata, il posto insolito, la sua bellezza, la sua foga, mi hanno messo un’eccitazione enorme; le poggio anche l’altra mano sulla nuca, la tengo salda e le vengo in bocca, senza darle possibilità di ritrarsi.
Ma lei non aveva nessuna intenzione di farlo, ingoia quello che riesce e solo una minima parte le scivola dalle labbra fino a caderle sulle tette.
Si alza, mi osserva sorridente e mi dice: “Visto che mi volevi?”
Le spalmo il mio sperma sulle tette, quasi servisse una scusa per poterle accarezzare.
Immaginavo di andare oltre, invece mi prende quasi alla sprovvista quando mi dice: “Ho voglia di bere qualcosa, andiamo a vedere se c’è un tavolino per noi?”
Afferro dalla macchina dei fazzoletti di carta così lei può darsi una pulita, ci ricomponiamo e ci riavviamo verso il locale, ma ci rendiamo conto che stanno chiudendo quindi torniamo indietro con l’intenzione di andare da qualche altra parte.
Arrivati alla macchina mi ricordo di avere una bottiglia dietro e lei mi dice che va bene qualsiasi cosa.
La prendo, ci sediamo in auto, la apriamo e beviamo un po’ per uno, a canna.
Tra un sorso e l’altro lei mi chiede: “Ma vai sempre a spasso con una bottiglia di champagne nel bagagliaio?”
“E’ stato un caso, dovevo regalarla e mi è rimasta in macchina, tra l’altro è tutto tranne fresco ed è meglio se non esagero che poi sto male”
Chiacchieriamo per una buona mezz’ora, ci raccontiamo un po’ vicissitudini varie degli anni passati, intanto noto che il livello della bottiglia è decisamente calato, anche se ha bevuto quasi solo lei.
Sembra quasi che abbia capito a cosa pensavo e mi chiede: “Non ti piace bere dalla bottiglia?”
Si guarda intorno, apre la portiera e mi dice di fare il giro e andare dalla sua parte.
Scendo, faccio come mi ha chiesto, e girando intorno alla macchina vedo che nel parcheggio sono rimaste pochissime altre auto (non mi sono nemmeno accorto di quando siano andate via).
Arrivato sull’altro lato vedo che sta scendendo anche lei e mi chiedo che intenzioni abbia, anche perché la vedo infilarsi le mani sotto la gonnellina e sfilarsi le mutandine, quindi le dico: “Giulia, non ho intenzione di scoparti, soprattutto qui”
Mi fa solo un cenno di stare zitto, butta le mutandine in macchina, si tira su la gonna e si siede sulla soglia della portiera. Prende la bottiglia e mentre inizia a versarsi lo champagne addosso mi dice: “Vieni a berlo qui, se dalla bottiglia non ti piace”
Versa piano il vino all’altezza dell’ombelico in modo che coli tra le sue gambe.
Le tolgo la bottiglia di mano e mi chino davanti a lei, tra le sue gambe, ma trovo la posizione decisamente scomoda, quindi la faccio alzare e salire sul sedile posteriore della macchina.
Sdraiata sul divanetto posteriore riesco a dedicarmi meglio al suo corpo, dirigendomi a leccarle l’ombelico, per poi scendere lentamente verso il basso.
Arrivo alla sua fica rasata e bagnata (presumo dal vino) ed inizio a leccarla dolcemente intorno.
Mi sento parecchio inebriato (non credo sia solo per lo champagne) e mi dedico ad ogni angolo del suo sesso, lecco e succhio le labbra, il clitoride, la penetro. Geme e mi sento incitato a continuare con la lingua, a tentare di raggiungere sempre più punti, a raccogliere ogni umore. E’ sempre più bagnata fino a quando i gemiti diventano urletti.
La faccio girare, voglio leccarla anche da dietro.
Le penetro la fica con la lingua, mentre le mie dita giocano con il clitoride, ma le mie intenzioni erano ben altre.
Lentamente con la lingua risalgo a percorrere lo spazio tra le chiappe, raggiungo il buchino del culo e la sento sussultare.
Mentre continuo con le dita a giocare con la sua fica, la lingua rotea intorno al buchino, toccandolo appena. Mi faccio sempre più insistente, fino a penetrarla dietro con la lingua proprio nel momento in cui viene di nuovo.
Lecco fica e culo, gioco con le dita con fica e culo e quando la penetro dietro con tre dita viene ancora.
Proprio in quel momento un’auto accende i fari, fa manovra e se ne va.
Ci mettiamo seduti sul sedile dietro e lei mi dice: “Se tutto va bene, oltre a noi si è divertito qualcun altro. Dove andiamo per continuare?”
“Giulia, giuro che adesso avrei tanta voglia di scoparti il culo, ma è tardissimo e poi a casa credo che sto già rischiando si senta il tuo odore appena entro”
“Va bene Paolo, ci risentiamo i prossimi giorni e ci organizziamo meglio”.
Fine settembre
Ultimo scambio di messaggi: “Ciao Paolo, scusa se non mi sono più fatta sentire, ma il lavoro per cui sono su mi ha preso un sacco di tempo”
“Tranquilla Giulia, ci si sente, e comunque è stato bello incontrarsi per caso. Baci”
“Domani torno in Toscana, probabilmente capito su di nuovo prima di fine anno. Ti scrivo, che manca l’ultima parte dell’altra sera”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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